Proprio nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stato varato il piano di azioni positive 2022 – 2024 dell’Università di Trento. Dopo il parere favorevole del Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni e del Senato accademico, è arrivata infine la delibera di approvazione del Consiglio di amministrazione dell’ateneo. Il Piano, redatto dal Comitato unico di garanzia con l’Ufficio equità e diversità, si caratterizza ancora una volta per gli elementi di innovazione nel processo e nel contenuto. Fra i tratti distintivi, il nuovo testo tiene conto di alcuni obiettivi di sviluppo sostenibile definiti dall’Agenda 2030 (dalla gender equality alle reduced inequalities).

Pari opportunità

L’Università di Trento, che riconosce la tutela delle pari opportunità tra i propri obiettivi fondamentali, si impegna a promuovere una cultura di inclusione e di valorizzazione delle differenze e ad attivare le competenze per individuare, prevenire e rimuovere qualsiasi discriminazione basata su sesso, genere, appartenenza etnica, credo religioso o convinzioni personali, disabilità, età e orientamento sessuale. Nella premessa si sottolinea come il Piano di azioni positive serva proprio per rendere concreti questi obiettivi. Non si tratta di un documento a sé stante, ma tiene conto del bilancio di genere 2021 e del gender equality plan 2022-2024 e si raccorda con la Piano strategico 2022–2027.

Quasi un centinaio le pagine

La prima parte del Piano descrive un quadro in ottica di genere della comunità universitaria con riferimento alle tre componenti (studentesca, docente e ricercatrice, tecnico-amministrativa) e a tutte le figure che operano all’interno dell’Ateneo. La seconda parte identifica poi le strategie e gli obiettivi del Piano di azioni positive per il triennio di riferimento ed è seguita dalla nota metodologica. Nella terza si indicano gli ambiti di intervento. Sono sette: eguaglianza di genere; benessere organizzativo, salute e sicurezza; conciliazione vita – lavoro; inclusione, disabilità e altri bisogni speciali; appartenenze etnico-culturali e linguistiche, convinzioni religiose e libertà accademica; orientamento sessuale e identità di genere; generazioni diverse al lavoro. Si chiude con una raccolta della normativa di riferimento.