Il gruppo farmaceutico Amgen ha annunciato i risultati dettagliati dello studio globale di fase 3 CodeBreaK 200, primo trial clinico controllato randomizzato di un inibitore di KRASG12C. Lo studio ha dimostrato come Lumykras (sotorasib), somministrato per via orale una volta al giorno, abbia determinato, rispetto alla chemioterapia endovenosa con docetaxel, una sopravvivenza libera da progressione (PFS; endpoint primario) significativamente superiore e un tasso di risposta obiettiva (ORR; un endpoint secondario chiave) significativamente più elevato in pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) e mutazione KRASG12C. Questi dati sono stati presentati in occasione del congresso della Società europea di oncologia medica (ESMO) di Parigi.

Le evidenze

“Tutte le evidenze raccolte in questo studio confermano il ruolo di sotorasib quale importante opzione terapeutica mirata per i pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule con mutazione KRASG12C e rafforza la necessità di un’analisi molecolare approfondita in tutti i pazienti con malattia in stadio avanzato”, ha dichiarato David M. Reese, vice presidente esecutivo della ricerca e sviluppo di Amgen. “Sottoporremo questi dati alle autorità regolatorie dei Paesi in cui sotorasib ha ottenuto un’autorizzazione condizionata all’immissione in commercio per proseguire il dialogo con le autorità regolatorie”. La revisione centrale indipendente in cieco (BICR) ha determinato che sotorasib ha migliorato in misura significativa la PFS, rispetto a docetaxel in pazienti pretrattati che avevano effettuato trattamenti importanti (HR, 0,66 [IC al 95%: 0,51 – 0,86]; p = 0,002) e in tutti i sottogruppi clinicamente rilevanti. La percentuale di pazienti liberi da progressione a un anno è stata del 25% per sotorasib, contro il 10% per docetaxel. Sotorasib ha evidenziato una riduzione del tumore completa o parziale (ORR) significativamente più elevata rispetto a docetaxel, con tassi di risposta doppi nel braccio sotorasib (28% vs 13%, rispettivamente; p <0,001), e ha dimostrato un beneficio costante in tutti gli altri endpoint di efficacia secondari, incluso un miglioramento del tasso di controllo della malattia (DCR; 83% vs 60%, rispettivamente). La sopravvivenza globale (OS; un endpoint secondario chiave) non è risultata significativamente diversa tra i due bracci di trattamento. Lo studio non era stato disegnato per rilevare una differenza statistica nell’OS e prevedeva la possibilità di passare da docetaxel a sotorasib dopo la progressione della malattia.

Gli eventi avversi

Gli eventi avversi correlati al trattamento (TRAEs) sono stati numericamente inferiori per sotorasib rispetto a docetaxel. I TRAEs di Grado =3 (33% per sotorasib; 40% per docetaxel) e i TRAE gravi (11% per sotorasib; 23% per docetaxel) sono stati inferiori per sotorasib rispetto a docetaxel. I TRAEs più comuni, riportati almeno dal 15% dei pazienti in uno dei gruppi di trattamento, sono stati diarrea (34% per sotorasib; 19% per docetaxel), fatigue (7% per sotorasib; 25% per docetaxel), alopecia (1% per sotorasib; 21% per docetaxel), nausea (14% per sotorasib; 20% per docetaxel) e anemia (3% per sotorasib; 18% per docetaxel). Ad oggi in Italia sono oltre 500 i pazienti trattati con sotorasib, nell’ambito del piano di studi clinici e del programma di uso compassionevole. In particolare, lo studio di Fase 3 CodeBreaK200, che in tutto il mondo conta 345 pazienti, in Italia ha coinvolto 16 centri sul territorio e ha arruolato 26 pazienti.