E’ l’Istituto Spallanzani di Roma a dare il via alla campagna vaccinale contro il vaiolo delle scimmie, malattia infettiva che in Italia ha fatto registrare poco più di 500 casi. Non sarà una vaccinazione di massa, come ha ribadito lo stesso ministero della Salute, ma un intervento mirato alle fasce di popolazione più a rischio. Nel Lazio le somministrazioni effettuate oggi sono state in tutto una decina “ma sono già 500 coloro che hanno espresso la volontà di vaccinarsi”, ha spiegato Alessio D’Amato, assessore alla sanità della Regione Lazio: qui le dosi riservate sono 1.200. Subito dopo si inizierà a vaccinare in Emilia Romagna con 600 dosi e in Veneto, dove si concentra la maggior parte dei casi. “Non è una malattia grave, ma è meglio chiudere subito questa partita e fare in modo che non si estenda al resto della popolazione”, ha ribadito il direttore generale dello Spallanzani, Francesco Vaia.

Tempistiche delle vaccinazioni

Non sono mancate le polemiche sulle tempistiche nelle vaccinazioni. Un tema sul quale interviene Massimo Andreoni, professore ordinario di malattie infettive Università Tor Vergata e direttore scientifico della Società italiana malattie infettive (Simit) chespiega che a suo avviso “sono partite con una tempistica adeguata, dettata anche da una situazione epidemica non emergenziale, visto che in Italia si parla di 505 casi”. “Piuttosto – aggiunge – suggerisco la necessità di attrezzarci con più dosi di vaccino poiché, anche in vista della necessità di fare due dosi, quelle distribuite sono poche”. La situazione, quantomeno in Italia, non deve essere vista con allarme ma con preoccupazione”, avverte il virologo Fabrizio Pregliasco che ricorda come si tratti di una patologia “che si risolve nell’arco di quattro settimane” deve essere “considerata con buonsenso” e affrontata “attraverso il tracciamento, l’individuazione dei casi, la quarantena per i soggetti contagiati”. In tal senso un aiuto arriva da un test rapido che permetterà di rilevare la presenza di anticorpi contro il virus del vaiolo delle scimmie e dare una risposta in 15 minuti. “Confidiamo e speriamo che questo virus non avrà una diffusione tale da essere una minaccia come, purtroppo è stato il Covid nel recente passato, ma occorre dotarsi per tempo di tutti gli strumenti utili a diagnosticare in tempi più brevi possibili gli eventuali soggetti positivi”, spiega Danilo Falappa, direttore generale di Innoliving, l’azienda che ha messo a punto il test. “Al momento – continua Falappa – una prima dotazione è stata messa a disposizione, a scopo di ricerca, del laboratorio di Malattie Infettive dell’Università di Milano, presso l’Ospedale Sacco. Siamo comunque già in grado di coprire tutte le richieste di medici e strutture ospedaliere interessate”.