Contro il tumore alla prostata, una terapia mirata ad ogni paziente nella fase adeguata della malattia a garanzia di una qualità di vita migliore. A fare il punto gli esperti riuniti nella due giorni di confronto a Napoli al convegno PersonMed: il valore del tempo, giunto alla terza edizione, organizzato da Over Group, grazie al contributo incondizionato di Janssen. “Lo scenario terapeutico delle neoplasie della prostata avanzate in questo ultimo decennio è radicalmente cambiato, migliorando l’aspettativa e la qualità di vita dei pazienti. In questo scenario si stanno affacciando delle terapie che consentono di definire la strategia terapeutica sulla base di specifici profili molecolari. Se a questo aggiungiamo la disponibilità di molteplici farmaci con profili di efficacia e tollerabilità diversificati possiamo iniziare a parlare, per la prima volta nel caso delle neoplasie prostatiche, di personalizzazione della sequenza terapeutica. Il convegno ha offerto l’opportunità di discutere delle diverse opzioni terapeutiche nei diversi setting di malattia (malattia resistente alla castrazione metastatica e non, malattia metastatica ormonsensibile) e delle loro ricadute in termini di impatto sulla qualità di vita. L’evoluzione delle strategie terapeutiche sta offrendo ai pazienti affetti dalle neoplasie della prostata avanzate una diversificazione delle opzioni terapeutiche, con chiari benefici non solo in termini di quantità ma anche di qualità di vita. Tutto questo consente al paziente di vivere “il tempo” nel modo migliore. La sfida per i clinici è quella di sfruttare al massimo le possibilità terapeutiche e di dare il farmaco migliore, al paziente più adatto, nella fase più adeguata della malattia”, ha dichiarato Orazio Caffo, responsabile della struttura semplice day hospital oncologico dell’Unità operativa di oncologia medica dell’ospedale Santa Chiara di Trento. “Negli ultimi anni l’oncologia sta vivendo una rivoluzione terapeutica, grazie alla possibilità di personalizzare le terapie in modo molto preciso sulle caratteristiche cliniche, fisiopatologiche e genetiche. Per massimizzare l’efficacia delle terapie è necessario migliorare le competenze nella relazione medico paziente, personalizzando anche la comunicazione sulle caratteristiche specifiche delle persone. La maggior parte delle persone non è consapevole delle proprie qualità positive, se l’equipe multidisciplinare impara a riconoscerle e utilizzarle in modo semplice, aiuta le persone non solo ad affrontare la malattia ma anche a vivere la propria vita”, ha spiegato Luca Ostacoli, psichiatra, professore associato in psicologia clinica della Città della salute e della scienza di Torino.