Come scegliere la propria professione? Quali sono le competenze più spendibili nel lavoro? Su cosa investire negli anni dell’università? Sono tante le domande che studenti e studentesse si pongono quando pensano al futuro. La ricerca del lavoro non è semplice. Il problema principale è spesso una scarsa corrispondenza tra il profilo di giovani in cerca di occupazione e le caratteristiche richieste dal mondo del lavoro. La sfida al mismatch fa da sfondo anche alla Career Fair 2022, terminata ieri a Trento Expo e al Palazzo di Economia. All’iniziativa, organizzata dall’ufficio job guidance dell’Università di Trento, si sono iscritte 107 aziende e istituzioni e oltre 1200 tra studenti e studentesse, laureati e laureate.

I numeri

Chi esce dall’Università di Trento parte con il piede giusto. Anche l’ultimo rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale fotografa una situazione incoraggiante. Il 78,8% di laureati/e di secondo livello dell’Ateneo lavora già a un anno dal conseguimento del titolo, rispetto a una media italiana del 68% e a cinque anni lavora addirittura il 92,6% rispetto alla media italiana dell’87,7%. Con una retribuzione mensile media più alta di quella del resto d’Italia: 1.373 euro contro 1.364 euro a un anno dalla laurea e 1.669 contro 1.556 a cinque anni. Ma l’Università di Trento, anche su sollecitazione di comunità locale e stakeholder recepita dal Piano strategico 2022-2027, intende migliorare ancora la formazione di studenti e studentesse per rendere la laurea conseguita sempre più efficace per il lavoro che poi andranno a svolgere.