Prima l’Emilia Romagna seguita a ruota da Trentino e Veneto. In coda il Mezzogiorno con le ultime 3 posizioni a Calabria, Sicilia e Campania. A metà classifica Lombardia (10) e Lazio (13). È un’Italia a due velocità quella che emerge dall’edizione 2022 dell’Indice regionale sul maltrattamento all’infanzia, curato dalla ong Cesvi e presentato con la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. Il focus specifico su minori e violenza quest’anno è collegato al biennio di pandemia. I numeri crudi, provenienti da varie fonti, parlano di legami tra il Covid e il boom di accessi al pronto soccorso per tentato suicidio con un +80% per i ricoveri in pediatria; cala l’indice di salute mentale nella fascia 14-19 anni, i maltrattamenti contro i familiari aumentano dell’11% nel 2020, la pedopornografia online del 77%. Sono le “cicatrici di due anni di pandemia” afferma Gloria Zavatta, presidente di Cesvi, presentando il rapporto e parlando di “dati spaventosi”.
Maltrattamento e trascuratezza
Tra le varie forme di violenza sui minori il 40% riguarda maltrattamento e trascuratezza che “nel 90% dei casi vede le famiglie come maltrattanti”, spiega la presidente di Cesvi. La ricerca, curata da un team multidisciplinare, si concentra sui fattori di rischio che stanno alla base del maltrattamento infantile e sulla risposta del sistema dei servizi, selezionando 64 indicatori statistici regionali (su 500 potenziali) articolati in 6 capacità di rispondere al fenomeno: cura di sé e degli altri, di vivere una vita sana, di vivere una vita sicura, di acquisire conoscenza e sapere, di lavorare e di accesso a risorse e servizi. “Le regioni più virtuose nell’offerta dei servizi sono anche quelle che hanno fattori di rischio bassi perché nel medio lungo termine i servizi servono a cambiare la società”, il monito di Giovanna Badalassi e Federica Gentile, le 2 ricercatrici Cesvi che hanno guidato l’analisi. La ministra Bonetti ascolta e commenta anche sulla scorta dell’approvazione, nemmeno una settimana fa, del Piano programmatico di azioni a tutela dei diritti dell’infanzia: “La grande novità – illustra la ministra – sono percorsi reali di empowerment per piani scritti e co-progettati anche con il contributo di ragazzi e di ragazze, non solo in ottemperanza alla Convezione Onu sui diritti dell’infanzia ma nella convinzione che l’attivo protagonismo dei ragazzi che subiscono eventualmente disagio, abusi e violenza deve poter entrare come una voce, non solo passiva ma anche voce di cura e attivazione”.
Approccio intersezionale
“È prevista l’introduzione dei livelli essenziali di assistenza e di prestazione nei confronti di minori e la costruzione di équipe multidisciplinari che devono essere formate e supportate in modo adeguato per garantire una rete nazionale – annuncia Bonetti affrontando il tema risorse -. Altrettanto importante è sostenere analisi del fenomeno attraverso la raccolta di dati con un approccio intersezionale rispetto al fenomeno stesso. Abbiamo una straordinaria occasione: la ‘Child Garanzia Europea’, che è il progetto europeo di di tutela di garanzia e infanzia, l’abbiamo inserita come azione del nostro piano e su questo si parla anche di azione sinergica fra i diversi ministeri che verrà finanziata dall’Europa”. Il tema dei fondi è cruciale, ma non l’unico: “Il capitale sociale delle persone è fattore protettivo per il maltrattamento infantile che potrebbe essersi deteriorato durante i lockdown”, affermano le due ricercatrici Cesvi ma aggiungendo che “l’aumento dell’1% del capitale sociale diminuisce del 30% la trascuratezza sui minori”. Si tratta di un indice che misura non i soldi, redditi e patrimoni ma le relazioni sociali e interpersonali: parlare coi vicini e il fatto che nei condomini ci si conosca, per esempio, abbatte fenomeni di trascuratezza e violenza.