Il nostro Paese sta sperimentando un tasso di occupazione complessivo inferiore rispetto a quello dei nostri partner europei e di altri Paesi avanzati, ma se ci si concentra sul tasso di occupazione femminile si scopre che abbiamo il tasso più basso in Europa dopo la Grecia. Con un tasso di occupazione maschile del 68% e femminile del 50,1%, il gap occupazionale in Italia raggiunge nel 2019 quota 17,9. Un più alto tasso di occupazione potrebbe far crescere il prodotto italiano.

Retribuzioni, questione di genere

Da anni, infatti, si concorda sulla necessità di far aumentare la già alta percentuale di popolazione in età da lavoro, ma il divario che ci divide dagli altri Paesi è legato alla minore quota di donne lavoratrici; non solo le donne sono escluse dal lavoro ma vi è anche un serio problema di divario di genere nelle retribuzioni. Anche l’introduzione delle “quote rosa” nelle nominecrea spesso disagio: ad alcuni sembra una misura che non sempre assicura la meritocrazia, ma seanalizziamo i meccanismi di selezione dei vertici ci rendiamo conto che non sempre le posizioni di responsabilità sono assegnate in base alla valutazione del merito ma spesso interferiscono anche pregiudizi e la composizione di genere.Le quote rosaforse possono non essere la soluzione migliore per aumentare la parità ma possono essere un primo passo per modificare i meccanismi di selezione della dirigenzae raggiungere la massa critica che potrebbe produrre i benefici del diversity management. Proprio la “Diversità di genere” è il tema centrale dell’ottavo Quaderno di Approfondimento, pubblicato oggi dal Centro Studi di Fondazione Ergo. Un argomento fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico, sociale e civile dell’Italia.

I temi sotto la lente

La pubblicazione è suddivisa in sei capitoli: Stefania Spaziani affronta il tema della partecipazione femminile al lavoro; Roberta Caragnano e Giulia Gozzellino analizzano il fenomeno del gender pay gapin una chiave comparata; Micaela Vitaletti riprende il gap retributivo tra uomini e donne, l’indipendenza economica di queste e le madri lavoratrici; Daniela Venanzi ci aiuta a capire l’impatto positivo sulla performance aziendale della presenza femminile nei consigli di amministrazione delle imprese; Rachele Sessa affronta il tema delle quote rosa; Mariasole Bannò e Giorgia D’Allura si dedicano al ruolo delle donne nelle imprese di famiglia.