Collaborazione istituzionale sulle aree protette. L’ha chiesta l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi, in una lettera indirizzata al ministro per la Transizione ecologica, Roberto Cingolani. La superficie complessiva di aree protette presenti sul territorio lombardo è di 548.461 ettari, pari al 23% della superficie totale, oltre alle aree interessate dai Plis e da Rete Natura 2000.
Il sistema lombardo
“Il sistema delle aree protette della Lombardia – ha scritto Rolfi – comprende 24 parchi regionali, 67 riserve naturali regionali oltre a 3 riserve naturali statali, 33 monumenti naturali e 245 siti Natura 2000 e 107 parchi locali di interesse sovracomunale. Per questo sistema abbiamo in banca dati regionale 179 progetti per 109 milioni di euro, con una priorità verso il potenziamento infrastrutturale degli ambiti di competenza, la valorizzazione ecosistemica e la mobilità sostenibile. Chiediamo una collaborazione istituzionale per la realizzazione di quelli strategici, confidando nella condivisione della valorizzazione e della fruibilità delle aree protette come applicazione concreta della transizione ecologica”.
Più attenzione
“Il sistema di aree protette, gestito da 85 enti diversi a cui si aggiungono 107 Comuni gestori dei Plis, manifesta forti esigenze di attenzione – ha continuato Rolfi – al fine di essere valorizzato nei suoi aspetti ambientali ed economici. Lo sviluppo di queste aree è rilevante per le politiche di salvaguardia del suolo e tutela ambientale. Abbiamo dunque costituito una Banca dati dei progetti dei Parchi Regionali, che ho inoltrato al ministro per avere chiaro il quadro della situazione e agire di conseguenza. Dalla Lombardia idee e progetti immediatamente cantierabili condivisi con il territorio. Nel rilancio economico e sociale del nostro Paese – ha concluso l’assessore – anche aree di pregio come queste potrebbero essere meritevoli di una contribuzione attraverso il Recovery Plan, al fine di un potenziamento delle infrastrutture in chiave sostenibile. Proprio in questo periodo pandemico bisogna pensare allo sviluppo di zone che saranno sempre più vissute dai lombardi e in un futuro non lontano anche da flussi più numerosi di turisti”.