Grandissimo successo per la campagna “Accendiamo le luci sulle malattie rare”, iniziativa della Federazione Italiana Malattie Rare (UNIAMO FIMR onlus) per portare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle problematiche sociali e cliniche di chi vive con una malattia rara. I monumenti più rappresentativi di tante città italiane si sono illuminati di fucsia, azzurro e verde, i colori della Giornata delle Malattie Rare che si è celebrata domenica in tutto il mondo (tra questi: Arena di Verona, Maschio Angioino, Torre di Pisa, Mole Antonelliana, Teatro Massimo, Antiquarium di Pompei).  

“La Federazione UNIAMO, in qualità di Coordinatrice Nazionale della Giornata delle Malattie Rare – sottolinea Annalisa Scopinaro, Presidente UNIAMO FIMR onlus -, ha sostenuto questa campagna per chiedere un segnale di attenzione per i fragili tra i fragili e aumentare la consapevolezza sui malati rari e le loro famiglie. L’iniziativa ha avuto un grandissimo successo, grazie alla preziosa collaborazione delle associazioni. Sono stati infatti oltre 280 i monumenti che si sono illuminati in tutta Italia, compreso l’Istituto Superiore di Sanità. L’invito lanciato dalla Federazione e il claim della campagna è #UNIAMOleforze per non lasciare indietro nessuno: siamo consapevoli che solo con un’azione sinergica potremo far sentire la nostra voce e chiedere azioni urgenti per migliorare la qualità della vita delle persone con malattia rara”.

 

Anche il Palazzo dei Normanni di Palermo si è colorato di solidarietà.

Durante la pandemia da SarsCov2 la comunità delle persone affette da malattie rare ha subìto le conseguenze più gravi, in quanto comunità fragile: interruzioni delle visite di controllo e della somministrazione di terapie presso ospedali e centri di riferimento anche salvavita, aggravamento delle criticità legate all’inclusione lavorativa e scolastica, incremento dell’isolamento sociale. Sebbene riguardino oltre 1 milione di famiglie in Italia, 30 milioni in Europa e 300 milioni nel mondo, le malattie rare restano malattie sconosciute ai più e spesso anche alla comunità scientifica, come nel caso delle ultrarare e delle orfane di diagnosi. Per questo motivo è necessario portare l’attenzione di tutti su queste malattie affinché nessuno sia lasciato indietro, né dalla ricerca scientifica né dalle tutele sociali.